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Catherine Crawfield
♀ Grado Novizio

GDR: Anita Blake - La Sterminatrice Di Vampiri (gestione AnitaBlake_Gestione)

Categoria: Umani

Prestavolto: Campanella Alyssa

Casa: Famiglia "Vladimir Tepesh Castle"


Catherine Crawfield
Gdr: Anita Blake - La Sterminatrice Di Vampiri
Catherine Crawfield, metà donna e metà vampiro, è a caccia di non morti. Sta cercando suo padre, che è uno di loro, e non si fermerà finché non lo avrà trovato, perché deve vendicarsi dell’uomo che ha rovinato la vita di sua madre. Ma finisce in una trappola e viene catturata da Bones, un vampiro mercenario, con il quale si troverà costretta a stringere un’alleanza che potrebbe avere conseguenze devastanti. In cambio dell’aiuto a trovare suo padre, Cat accetta di lasciarsi allenare da quell’affascinante cacciatore della notte, fin quando i suoi riflessi non saranno diventati scattanti e taglienti quanto gli artigli di lui. Già sconvolta da fatto di non essere stata divorata subito da Bones, Cat comincia a domandarsi se esistano anche vampiri buoni. Ma prima di potersi rallegrare degli ottimi effetti dell’addestramento come cacciatrice di demoni, si troverà alle calcagna una banda di assassini. Catherine dovrà scegliere da che parte stare... e la tentazione di cedere a Bones si farà sempre più forte. Cat: Non sono vergine [..] Cat: Possiamo cambiare argomento, per favore? Non siamo due amiche a un pigiama party, non voglio discuterne con te. Bones, ignorandola : Benebenebene [..] La micetta ha rimorchiato non è vero? Non si direbbe da come ti comporti. C’è qualcuno che aspetta pazien che tu finisca di addestrarti? Dev’essere un bel tipo per agitarti tutta. Te lo ripeto: non ti avevo presa per un’esperta, ma in fin dei conti me ne hai offerto un assaggio la prima volta che ci siamo incontrati. Al che mi domando: avevi intenzione di infilzarmi prima o dopo esserti tolta le voglie? e che mi dici degli altri vampiri? sono morti con un sorriso sul... Cat: Non osare parlarmi in questo modo, è da quando sono nata che sento queste stronzate. Solo perchè mia madre mi ha avuto fuori dal matrimonio i nostri stupidi, antiquati vicini le hanno dato della puttana e di conseguenza anche a me. E non che siano affari tuoi, dato che probabilmente avrai violentato interi villaggi di donne, ma sono stata con una sola persona. Mi ha gettato via ocme un vestito vecchio subito dopo, il che è abbastanza per farmi passare la voglia di imitare le scappatelle sessuali dei miei coetani. Ora dico sul serio, non voglio parlarne più! Bones : Micetta [..] Scusa ma solo perchè i tuoi stupidi vicini ignoranti hanno riversato su di te i loro pregiudizi, o perchè un adolescente brufoloso ti ha usato per l’avventura di una notte.. Cat: Smettila [..] Smettila e basta. Posso farlo, posso fingere di essere sexy, tutto quello che vuoi, ma non voglio parlare di questa storia. Bones : senti piccola.. Cat: Fanculo. Hai inviato




“Ne hai dimenticato uno.” Stavo per lanciare altri pugnali nel punto in cui avevo sentito l’energia della stanza cambiare, quando la sua voce mi fermò. Bones entrò e lanciò uno sguardo accurato alla carneficina. Avevo eliminato molti dei vampiri con le mie lame, ma quelli che avevano ucciso i bambini li avevo fatti a pezzi a mani nude. Era il minimo che potessi fare. “Chi?” Il suo sorriso era di divertimento. “La piccola strega che cercava una pistola, ma ora ha decisamente smesso di cercare.” Doveva trattarsi di Brandy, la tizia con le dita dei piedi laccate di rosa. Il sorriso benigno di Bones non me la dava a bere. Conoscendolo, la ragazza si era ritrovata ad indossare quella tonalità all’inferno. “Due delle ragazze sono ancora vive. Dà loro il tuo sangue. Il tuo agirà più in fretta di quello che posso offrire io.” Tutto quello che avevo era il mio, ma con la mia umanità era troppo debole per riuscire a curare. E non avevo nessun’altra arma con me, dal momento che quella non doveva essere una serata di lavoro. Bones prese il pugnale che gli tendevo e si tagliò il palmo, andando da ogni ragazza e assicurandosi che bevessero il suo sangue. “Si riprenderà?” chiese il fantasma, volteggiando sopra la sua fidanzata. Piano piano sentii il suo polso stabilizzarsi mentre il sangue di Bones cominciava ad avere effetto su di lei, curando le sue ferite. Un momento dopo, sorrisi. “Sì. Starà bene.” Mi sorrise di rimando, mostrando che in vita doveva aver avuto le fossette. Dio, era così giovane! Poi iniziò a sparire gradualmente ai margini, sempre di più, fino a quando non ci fu più nulla di lui. Fissai in silenzio lo spazio di fronte a me. Poi dissi, “Se n’è… andato?” Bones sapeva cosa volevo dire. “Spero di sì. Ha raggiunto il suo obiettivo e ora è passato oltre. Delle volte alcune persone caparbie restano per portare a termine un compito. Deve averla amata davvero tanto.” Vero amore. Quel pensiero mi riportò bruscamente al mio umore nero. “Come mai sei qui? Hai finito così presto con Felicity? Difficile crederlo date le tue performance.” Un sopracciglio si sollevò. “Non ho intenzione di scoparmi Felicity. L’ho baciata solo per provare che ti importa molto più di quello che vuoi ammettere.” Mi faceva così piacere che non fosse successo nulla di più che quasi sorrisi. Poi mi ripresi. “Non mi interessa.” Bones sbuffò e diede un’altra occhiata alle pareti ricoperte di sangue. “Già. Figuriamoci, non ti interessa di certo.” Aveva lasciato la giacca del suo smoking da qualche altra parte, ma indossava ancora la camicia e i pantaloni del matrimonio. La sua cravatta mancava, e la sua camicia era aperta con noncuranza sul collo. Sopra a tutto quello, indossava un cappotto di pelle nero attillato che gli arrivava fino ai polpacci… “Oh cazzo, è quello che penso io?” Mi scappò di bocca. Bones si girò per mostrarmi il capo indossato. “Ti piace come mi sta? Dopotutto, tu ti sei tenuta il tuo regalo di Natale. Mi sembrava solo corretto riprendere il mio, soprattutto visto che tu hai preso l’altra mia giacca.” Il cappotto di pelle che gli avevo comprato per Natale più di sei anni prima gli andava a pennello. Quando gli avevo detto dove fosse il giorno prima di lasciarlo, non avrei mai pensato che potesse tornare a prenderlo. Ma non avevo neppure considerato che potesse continuare a cercarmi così a lungo. Scossi la testa per schiarirmi le idee. Dovevo allontanarmi da lui. Quando gli ero vicino, non riuscivo a pensare con chiarezza. Lavoro, dovevo concentrarmi sul lavoro. “Devo chiamare i rinforzi, hai un telefono con te?” Tutto quello che avevo era il mio intimo, del sangue e alcuni pugnali. Bones estrasse un telefono dalla tasca e me lo passò. “Tate, sono Cat. Ho bisogno di un intervento al GiGi bar. Ho alcuni vampiri morti e alcune vittime che hanno bisogno di aiuto medico e nuovi ricordi. Sfortunatamente ci sono anche alcuni morti umani.” “Non eri al matrimonio? Dovevamo occuparci noi domani del GiGi bar.” Dal tono di Tate sembrava fosse incazzato, ma non ero dell’umore di discutere con un altro uomo. “Hai intenzione di farmi la predica o di mandare qualcuno?” “D’accordo, saremo lì il prima possibile. Da quale numero stai chiamando? Non è il tuo solito cellulare.” “Ho rubato il cellulare ad un tizio,” mentii. “Lo sto restituendo ora. Sbrigati, questo posto si sta riempiendo di gente.” Riattaccai senza salutare. Bones mi guardò con interesse ma non con preoccupazione. Riprese il telefono e si accese una sigaretta, aspirando a fondo. Quella era nuova. “Da quando fumi?” Mi rivolse uno sguardo stanco. “Da quando ho avuto bisogno di avere altro da fare con le mie mani.” Quello era un terreno in cui non mi sarei avventurata. “Devi andartene. I ragazzi saranno qui a momenti.” In ritardo, mi accorsi che ero a pochi passi da lui con addosso solo il reggiseno e le mutandine. Certo, ero ricoperta di sangue, ma quello non aveva mai disgustato un vampiro. Era l’equivalente della copertura alla crema. Non gli era sfuggito nulla, e i suoi occhi scivolarono su di me in una carezza intima. “Sei splendida, micetta. Incantevole.” Bones gettò la sigaretta e mi si avvicinò, ma io scattai indietro, in un punto più lontano della stanza. Qualcosa gli attraversò il viso e i suoi occhi si strinsero mentre fissava il mio fianco nudo. Merda. Me n’ero dimenticata. “Hai davvero fatto un duplicato del mio tatuaggio. Ian me l’aveva detto, ma non gli ho creduto sul serio. Eppure eccolo qui, inciso sulla tua pelle.” Ci fu un sottile tono di meraviglia nella sua voce. “Non toccarmi Bones. Non farlo.” La mia voce tremava, perché sapevo che se l’avesse fatto sarebbe finito tutto. “Vuoi che lo faccia. Lo vedo nei tuoi occhi, e il tuo odore ti tradisce.” Il tono piatto e affamato di desiderio di Bones mi spaventarono. Le sue parole lo fecero ancora di più. “Ma non ti darò modo di trovare una scusa. Te l’ho detto tempo fa, non entro dove non sono invitato. Sarai la prima a mettermi le mani addosso, e non me ne vado da nessuna parte. Vuoi liberarti di me? Mi dovrai uccidere.”

Grafica by #sosgdr
2024-04-29




 

 

 

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